(By Norse Music) Dedicano il nuovo e secondo disco al prossimo capitolo dell’esistenza umana, ovvero infanzia e giovinezza, oltre che all’elemento fuoco. I Tvinna di Laura Fella, con membri di Eluveitie e Faun (e molti ospiti), sono un’entità iconica, unica, capace di uscire dalle più o meno ristrette cerchie del folk delle bands di origine (Laura stessa oltre a militare nei Faun è session live di Eluveitie) per inoltrarsi in qualcosa di diverso e provocante. Il folk non manca di certo, ci sono sempre le molteplici sfaccettature di un’esperienza emozionale legata a misticismo, mitologia e lirismo, con quella una profonda attrazione per la natura e la magia della vita; tuttavia la deviazione stilistica punta ad un post-rock: ci sono synth, ci sono FX, elettronica, chitarre elettriche scatenate e decisamente rock, quando non invadono direttamente l’ambito del metal (“Arma” lo conferma abbondantemente). Le voci, sono rigorosamente femminili (in origine erano tutte donne, Laura e Fiona Rüggeberg, Fabienne Erni e Fieke van den Hurk), la dimensione eterea e sognante è ben presente, ma siamo lontani da quello che fanno le loro altre bands, o da tendenze modaiole a-là Wardruna. La musica dei Tvinna è anche dark wave, è synth wave e brani come “Wings of Ember” abbracciano metal e prog con delicatezza ed atmosferica intelligenza. “Two Staves” è sognante, intima… ma anche dannatamente heavy, mentre “Fortress” non può non far pensare alla complessa magia di bands come i Sólstafir. Stupenda “Louga” (feat. Fabienne Erni), traccia ipnotica, ossessiva, sorprendente, mentre sono seducenti le bellissime “Irwahhên” e “Somnia”. Moderna “The Fall”, tanto tribale quanto futuristica la favolosa “Dawn Of Mine”. Album immensamente coinvolgente, pungente, attraente, malinconico, ricco di sorprese e con un equilibrio dinamico e stilistico incredibile: è stupendo percepire questa impostazione ultra moderna sapientemente mescolata alla componente folk/tradizionale, con immensi accenti heavy. “Two – Wings of Ember” è un disco che cattura, capace di crescere con sensuale prepotenza ascolto dopo ascolto, conducendo ad una riflessione interiore, verso una spiritualità certa del fatto che tutto dipende dalle nostre azioni e non da preghiere rivolte a qualsivoglia divinità. Un vagare attraverso i regni dell’Alta Germania antica, dentro miti e divinità ittite, tuffandosi in mondi stellati, dando un nuovo significato alla preghiera Wessobrunn del VIII secolo. E in tutto questo le tenebre e le luci si fondono e Laura con gusto profetico ricorda che dove c’è luce, c’è anche oscurità, e questa dualità pulsa in ciascuno di questi brani, evidenziando la loro percezione ed estetica. È lasciando risplendere l’oscurità che poi speriamo di vedere una luce più intensa!

(Luca Zakk) Voto: 9/10