(Agoge Records) Udal Cuain sono Alessio Parretti, voce e tastiere ed ex Dark Age e Jaws Of Fate, Matteo Meucci, basso e chitarra ed ex Coram Lethe, nonché Luciano Romano, chitarrista con anche lui trascorsi nei Jaws Of Fate. La direzione presa dal trio in questo esordio evocativo intitolato “No One Falls Like a God”, è il power metal dalle fattezze progressive. Album ambizioso, costruito su grandi architetture fatte da riff incalzanti e di taglio heavy metal, tastiere che tirano fuori intrichi o accompagnamenti di un certo livello e come se non bastasse anche dal punto di vista vocale in fatto di evoluzioni non si è lesinato. Dopo le registrazioni la produzione non ha inserito lacche e abbellimenti e dunque “No One Falls Like a God” suona piuttosto diretto, con i suoi pregi e difetti. Melodicamente i continui cambi e i ricami alla lunga rischiano di far perdere l’attenzione, ma questo aspetto potrebbe essere un punto di forza perché obbliga l’ascoltatore a seguire. Dipende dal fruitore. I riff con chitarre in polifonia sono il solito vecchio e affascinante trucco che in certi frangenti fa esplodere l’adrenalina. “No One Falls Like a God” in certe sue parti lo si potrebbe definire power metal anche per il tessuto del cantato, con vocalità alte e cori, però subentrano anche sezioni nelle quali si è in presenza del classico prog-heavy metal senza punti di stile fissi o classici. “Beauty From The Storm” è forse un esempio calzante a quanto scritto. Udal Cuain che dal gaelico scozzese significa ‘trovarsi in balia delle forze del mare’, sono maestosi e potenti, hanno un loro grado di impatto, però non sono una band immediata e in questo ricordano certe sonorità prolisse di metà anni ’90 che possedevano una loro bellezza magari un po’ barocca.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10