(Debemur Morti Productions) La storia degli Ulcerate inizia nella da noi lontana Nuova Zelanda al principio degli anni 2000. La band si fa subito notare con i suoi demo nel circuito underground, maturando poi nel tempo album nei quali ha evoluto il proprio death metal tecnico ma al contempo oscuro e rude. Jamie Saint Merat, batteria, Michael Hoggard, chitarra, e Paul Kelland, voce e basso, con “Stare Into Death And Be Still”affrontano il tematicamente il concetto della ‘riveranza della morte’. «La morte e la tragedia non sono sempre improvvise o violente, e le persone sono spesso osservatori passivi, intrappolati nel silenzioso orrore di osservare la morte con calma», questo pensano gli Ulcerate e di questo discutono nei testi. Il tema testuale entra bene nel clima completamente oscuro e angosciato del loro death metal, che vive di mutazioni continue. Mai chiare, mai nette. La creatura che vive in questo universo è qualcosa di informe, che abbraccia mutazioni blackened death metal. Il lavoro di Saint Mertat è totale, complesso. Hoggard e Kelland producono delle evidenti e intricate trame gravate da scenari death metal e ancora di più da pesanti strappi neo-black metal. “Stare Into Death And Be Still” ha una sua profonda inquietudine, comunicata dalle atmosfere. Strutturato e violento, questo sesto album degli Ulcerate ha il solo limite di essere ripetitivo proprio negli scenari e nelle trame.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10