(Purity Through Fire) Quale migliore giorno, se non quello del santo natale (minuscolo), per pubblicare il secondo album dei perfidi inglesi Úlfarr? Che poi il clima natalizio porta il pensiero verso i regali, ed ecco che oltre agli otto capitoli del nuovo “Fornetes Folm”, la release contiene pure i tre brani dell’EP “His Crown Grows From His Skul”, qui sotto forma di bonus (o regalo, per l’appunto!). È arrivato babbo natale? Certo, il regalo c’è eccome, ma siamo dinnanzi ad un black metal irriverente, spietato ed antisociale, non certo la colonna sonora ideale per alberelli di natale, luci festive e presepi vari… piuttosto un sublime inno al male, alla misantropia, all’odio… un totale di undici brani che rappresentano la malattia terminale di qualsivoglia periodo così ipocritamente festivo. Musicalmente questo trio, che ricalca perfettamente l’immaginario di una band estrema norvegese dispersa nelle fredde e buie foreste scandinave, non annoia affatto: ritmi incalzanti, poderosi e possenti, tuttavia mai esageratamente veloci o cacofonici, lasciando intuire un animo artistico ed una creatività intelligente dietro una furia manifestata in particolare dalla voce selvaggia del front man. Non manca la melodia, non mancano mid tempo irresistibili: drammatica e epica l’opener “Alarūna”, irresistibili e coinvolgenti “Hildeleoma” insieme alla seguente “Algol (As Malice Shone Upon Northward Doors)”. Tagliente e violentemente melodica “Moonskin”, travolgente “Glæterung”, black metal super classico con “The Cold Council of Old Shadow”, apocalittica la conclusiva “Forn-Jotr”… prima dell’EP presentato da un imprevedibile intro a base di chitarra quasi unplugged, poi subito travolto da una violentissima “Ānforlætan”, prima di “In Veneration of the Corpse Eaters Star”, un altrettanto micidiale epilogo per questo album concepito per riportare il natale e le feste nel posto dove dovrebbero stare e marcire per l’eternità: negli inferi più sulfurei!

(Luca Zakk) Voto: 8/10