(AOP Records) Il terzo album dei tedeschi Uprising non prende prigionieri… ma maglio parlare al singolare visto che si tratta della dimensione artistica di W, il quale per l’occasione si fa aiutare alla batteria da Austin Lunn, mastermind dei Panopticon. W, però, non esce dal nulla… visto che è uno dei membri fondatori nonché mente dei Waldgeflüster, i quali è impossible non sentirli tra le note di questo suo side project. Ma Uprising è molto più black, è molto più efferato, è più tagliente e la malinconia tipica della band principale, qui altro non fa che convertirsi in aggressività spietata sferzata da idee melodiche tutt’altro che prevedibili. Disperazione pregna di furore con la opener “Eternal Mantra”, glaciale, possente ma molto melodica “Uprise III”, offre un black più meravigliosamente nordico la favolosa “Raise a Glass”. Non c’è pace per gli empi con “A Message to the Hypocrites”, seducente il mid tempo di “While the World Is Burning” prima dell’epica e conclusiva “Brace Yourself”. Un black metal che non adora il male, piuttosto un black con contenuti sociali e politici, un black che critica, un black che usa la sua innata aggressività per andare contro un sistema corrotto e incompatibile con il futuro della nostra specie; dopo tutto il moniker ce lo sta urlando in faccia: questi non sono rituali, queste non sono manifestazioni di turbolenze interiori. Questa e lotta, questa è una autentica rivolta!
(Luca Zakk) Voto: 8/10