(Nine to Zero Productions) Terzo album per questa band tedesca capitanata dal mastermind Skadwaz, attiva da un decennio (tra l’altro i primi anni non aveva nemmeno un nome) e con all’attivo -questo compreso- tre album ed un EP. E proprio l’EP del 2021 acquista interesse, visto che i suoi quattro brani sono presenti anche in questo nuovo disco (collocati da metà album), ovviamente nuovamente registrati ed intensificati a livello di potenza, chiudendo forse un cerchio di black metal estremamente intenso, brutale ma melodico, tetro ma esaltante, sempre con un legame verso temi Thursiani, ovvero l’ambito dell’oscuro paganesimo germanico. Ed infatti “Dauþalaikaz” è un po’ il punto di arrivo dei lavori finora pubblicati, segnando anche un punto di partenza per l’evoluzione futura di questo gruppo che a livello sonoro semplicemente non prende prigionieri. Un drumming mai spinto oltre eccessivi limiti di velocità, tuttavia pesante, devoto alle tenebre diventa il terreno sul quale si erige una struttura sonora lacerante, sferzata da linee vocali estreme, spietate, in qualche modo più vicine al blackned dell’est che al black del nord. Subito tuonante “Thorns of Madness”, destabilizzante ed isterica “The Fallen”, molto coinvolgente “Serpent’s Flight”, grazie anche a quegli arpeggi penetranti. C’è un sapore di epico decadente in “Weaving the Abyss”, incalzante ed irresistibile “Hymn of Corruption”, vibrante “Nine to Zero”, un brano ricco di una melodia che esce dall’ombra con fare vittorioso. C’è perversione in “Anthem of Decay”, ci sono spunti industrial black nella conclusiva “Inner Rampage”. Intensi, ipnotici, in qualche modo misteriosi: musica tutt’altro che complessa, ma cinicamente e intelligentemente concepita per trasmettere emozioni, per diffondere oscurità, per assorbire la vita dentro le tenebre più profonde.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10