(Remparts Productions) Il duo punta, nelle intenzioni, a una commistione tra doom e black metal dall’impronta melancholic. C’è un forte senso di decadenza e sofferenza in questo lavoro, striato però da chitarre graffianti e acute. La voce è a metà tra lo scream e un semi-growl gutturale. La dominante è il black metal ma è pur vero che i pezzi presentano diverse variazioni e l’equilibrio dello stile a volte pende per un abbozzato melancholic doom metal. In “More” compare dell’ambient come prosecuzione della interazione tra i due suddetti generi, da subito con “The Fog” che apre l’album attraverso una solida componente atmospheric avvertita anche in “Haunted”, dove i sintetizzatori vestono di una gravità melodica il tono della composizione che presenta risvolti doom acclarati. “Thoughts” è un pezzo meno solenne di “Haunted”, ha un passo più deciso, un riffing più arcigno quanto dozzinale. Mentre M. si produce nelle voci e batteria, U. è al basso e alla scrittura dei testi. A questo punto entrano in scena per l’album gli ospiti Carlo Altobelli (Vision Deprived, Camposanto e altri) ai synth e chitarre, Giovanni (Minduful of Pripyat, Corporal Raid e altri) anche lui ai synth e alle strutture al computer e Luxitan (ex Gosforth) voce aggiuntiva. Il concetto che gravita nei testi è una sorta di rimando e continuazione di quanto la band ha scritto nel primo lavoro, l’EP “Loss”. In esso si analizzava la perdita, appunto ‘loss’, che rende l’uomo vulnerabile e dunque “More” proseguendo su quei concetti, giunge all’analisi della malinconia che sopraggiunge dopo la perdita. Dopo ‘loss’ c’è “More”, ovvero ‘Melancholy only REmains’. “More” presenta i suoi momenti migliori in “The Fog” e la title track, cioè in apertura e chiusura e sono le due composizioni che non hanno legami con il black metal e in misura estremamente ridotta col doom. Rappresentano due pezzi ambient caratterizzanti, dove si osa e magari anche più rifiniti di “Convoluted”, “Haunted” e Thoughts”. Questi tre pezzi sono il nucleo di un black metal con intercessioni doom e sonno energici ma anche ruvidi e scheletrici nella loro forma e sostanza.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10