copvader2(Nuclear Blast) A prescindere dal valore dei pezzi e da quello totalizzato nel metterli tutti insieme, un album dei Vader è francamente scontato in ciò che ci si potrebbe aspettare d trovarvi dentro. Potenza armonizzata, piegata a fasi veloci e meno. Potenza sostenuta da un drumming (adesso alle pelli c’è James Stewart) iperattivo e preciso. Death metal plasmato da un riffing che è velocità e assoli diabolici. Questo sono i Vader. L’impatto di “Tibi et Igni” è possente, eppure “Womrs of Eden”, l’epica “Hexenkessel”, la thrash-style “Triumph of Death” sembrano i brani che comunicano anche un qualcosa di melodicamente accattivante e una forma della canzone che solletica il gusto e l’attenzione dell’ascoltatore. Sebben alcuni pezzi si bilancino tra loro nella resa finale, le differenze sostanziali le realizzano i particolari, come dei passaggi brevi o l’ottima capacità delle chitarre di sfrenarsi negli assoli. In quei momenti i brani decollano, letteralmente. I Vader sono un’entità bestiale e il modo di padroneggiare la propria distruttività è esemplare e li rende superiori a molti. Alcune canzoni hanno un qualcosa che sembra ricollegare lo stile dei Polacchi agli Slayer ma in una versione più o meno estremizzata, come nel caso di “Light Reaper” e “Amanda on Fire”. “Tibi et Igni” non è l’album che innalza ulteriormente il già buon nome dei Vader, ma al massimo ribadisce la personalità e lo spessore di questa band. Uno, due, tre ascolti e l’album riesce a farsi assimilare, pur non comunicando niente di più di quanto i Vader possano aver fatto fino ad oggi.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10