(Bloody Mountain) Non deve tirare buona aria dalle parti dei Valdur, giù in California. Questa band brutale, in circolazione dal ’99, arriva al quarto album (con in mezzo vari split, ep, demo) e manifesta una decadenza, un odio ed una violenza che mettono veramente in discussione la comune immagine di una California soleggiata, divertente, allegra. Anzi: la distruggono. La terra del sogno diventa un cimitero da incubo. Già il nome dell’etichetta è un preludio alle sei tracce proposte, tutte con titoli estremi, inospitali, privi di ogni minimo barlume di vita e perfettamente in linea con il sound esalato. La lunghissima “Tank Torture” riproduce il fumo dopo un attacco da carro armato, con resti umani che bruciano o vanno verso una inesorabile putrefazione. Drumming spietato, singing cadaverico, riff allucinati che si ripropongono anche sull’infame “Impending Doom” e sull’infernale “Blessings Of The Goat”, quest’ultima con un riff macilento, estremo, molto death metal a cavallo con il grind più spudorato. La title track frantuma le ossa, mentre “Incantre Pt. 2” provoca un pericoloso headbanging mentre suoni industriali ed infernali confondono le idee, i riff, il drumming… provocando uno scenario asfissiante e crudele. Il titolo della canzone conclusiva riassume la percezione generale del disco: “Morbid Emanations” (emanazioni morbose, ndr) apre con una introduzione atmosferica la quale evolve progressivamente con un crescendo di violenza inaudita interrotta solo da una parentesi atmosferica, molto lugubre e maligna. Meravigliosamente ripugnanti. Una congiura di atti violenti e adorazioni proibite. Un pandemonio. Un olocausto. Un disco concentrato su bestialità, un disco deliziosamente offensivo.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10