(Nemeton Records) Quante ottime band pagan offre il nostro nord Italia! Oggi ci occupiamo dei veneti Vallorch, che con il loro secondo album ci propongono una furiosa cascata di folk/death cantato, prevalentemente, da una voce femminile. Di grande potenza “Until our Tale is told”, brano animato dall’approccio a tratti operistico di Sara Tacchetto, ma anche da un violino molto evocativo. Ritmo sostenuto e ‘magico’ per “Sièreach”, dove ancora una volta è l’interpretazione di Sara l’arma vincente della band. Ci voleva ora in scaletta un brano più orientato verso il death, che risponde all’evocativo nome di “Howling Hysteria”; si rifiata con il dolce strumentale “Khéeran Hòam”, perché è poi il momento del brano più complesso e affascinante del disco. “Tanzerloch” (Of Love and Loss)” passa infatti da una prima fase slow, ma comunque animata da una batteria nervosa e ben concepita, a momenti in cui ritmo si incrudelisce, per poi giungere a un finale trionfale ed evocativo. La conclusione è affidata alla lunga “Carnelian Masquerade”, che parte sui toni degli Elvenking più lirici, ma si evolve poi in una direzione che ricorda maggiormente i Finntroll. Nel lirico finale, il grande protagonista è il violino. L’insieme di influenze, facilmente riconoscibili, non toglie però che i Vallorch abbiano un tocco personale, che permette di identificarli subito fra le proposte simili. Un nome da ricordare!
(René Urkus) Voto: 7,5/10