(Pulverised Records) Atmosfere tenebrose e frementi di incubi gravano nell’opener “Dödens maskätna anlete “, una canzone che traccia da subito l’identità dei Vanhelgd: band legata allo swedish melodic death metal, versante Göteborg sound. Una canzone chiara nella sua struttura e magnificente nelle melodie dal carattere maestoso ed epico. Un carattere che si estende per tutto “Relics of Sulphur Salvation”, il terzo album per gli svedesi è suonato magistralmente ed è stato registrato e missato presso lo studio Underjord e masterizzato da Tore Stjerna al Necromorbus Studio (casa dei Watain, Desultory, Unanimated, ecc.). Sbavature inesistenti. Le solite sontuose registrazioni del death svedese! Le melodie sono davvero tenebrose e per tanto carpiscono l’attenzione dell’ascoltatore. Veri poemi della sofferenza, vagamente in sintonia con i primissimi At The Gates, tanto per dare un’indicazione sullo stile, eppure i Vanhelgd sono in grado di porre in evidenzia il proprio immediatamente e per tutto l’album. “Relics of Sulphur Salvation” non è opera di debuttanti, ma celebra al meglio, cioè con gusto e personalità, il glorioso death metal di marca svedese.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10