(Moribund Records) Quanto male e quanta decadenza può essere catturata e canalizzata in musica? Vardan, la one man black metal band italiana ha passato la ventesima release. Tra usciti ed in previsione siamo già a cinque pubblicazioni nel solo 2015. Una produttività immensa, mai ripetitiva, mai superflua, sempre lontana dalla noia. Mi riesce difficile immaginare quanta creatività e tristezza profonda possa avere un artista per produrre così tanta malinconia e palese depressione. E attenzione: non stiamo parlando di 20 EP o di cinque singoli nel 2015. Questi sono tutti album, tutti con tracce imponenti (questa release supera i quaranta minuti con sole cinque tracce). “Despicable Broken Hope” è ricco di decadente malvagità; c’è un oscuro senso melodico, una feeling malinconico diffuso ma supportato da riff pieni di energia e lacerante potenza con linee vocali devastate e devastanti, prive di alcun collegamento con il concetto di vita e di essere umano. Repentini i cambi tra le sezioni brutali e l’armonia degli arpeggi che incantano sopra linee di basso ricche di calore e sentimento: “II” è un perfetto esempio di questa convivenza forzata di sentimenti contrastanti, con progressioni delicate che trasportano da una situazione all’altra con armonia ed efficace effetto atmosferico. Brutalità spezzata da scelte melodiche eccentriche su “III” mentre trovo irresistibile il drumming ossessivo che supporta gli oltre undici minuti di tenebre rappresentati da “IV”. Un’altra conferma. Un’altra sublime espressione di malvagità, di malinconia e di una infinita depressione totalmente incompatibile con la vita.
(Luca Zakk) Voto: 8/10