(Napalm Records) Nuovo EP per i lupi/vichinghi di Germania, i Varg. Ormai sulla scena da un decennio con quattro full length alle spalle, anticipano il prossimo lavoro, intitolato “Das Ende aller Lügen”, con una release eccentrica ispirata alle storie dei fratelli Grimm, la quale colloca il malefico lupo… dalla parte dei buoni e dipinge l’infame Cappuccetto Rosso (Rotkäppchen, appunto) come un essere perverso che seduce la bestia, pianificando l’omicidio della nonna (rivelando quindi la grande bugia, come il titolo dell’album -“La fine di tutte le bugie”- suggerisce). La canzone “Rotkäppchen” qui appare in ben quattro versioni: la nuova (dove c’è anche Anna Murphy degli Eluveitie), la vecchia (già nell’EP “Legacy”), una variante definita “karaoke” (quindi senza vocals… mettetecele voi!) ed infine “Rotkäppchen im Bierzelt”, più o meno traducibile come “Cappuccetto Rosso nel tendone della birra”, ovvero la versione “folk” (e strumentale) della canzone (strumentale) qui concepita a cavallo tra l’assurdo, il monotono ed il festoso (fa venire sete e fame… perfetta per l’Oktoberfest!). Scusatemi… per la verità ci sono anche una quinta ed una sesta versione: “Red Riding Hood”, questa volta con lyrics (e titolo) in inglese (con Christopher Bows, vocalist degli Alestorm) e -non poteva mancare nella scena viking- “Rødhette”, questa volta con testi (e titolo!) in norvegese, versione che vanta la partecipazione di quei pazzi dei Trollfest. Oltre alle sei tracce (su otto!) dedicate all’infame ed infernale bambina del bosco (il rosso è quello delle fiamme dell’inferno?), ci sono altre due tracks, di interessante valore: la feroce e ‘vichinghissima’ “Ein Tag Wie Heute” (con Dom R. Crey degli Equilibrium) seguita dall’aggressiva “Abendrot”… entrambe non presenti nel futuro album (il quale, speriamo, non comprenderà nemmeno Cappuccetto Rosso… anche se una versione in bavarese non sarebbe una cattiva idea…). Una release pazza, confezionata con libretto formato A5. Certo, una pubblicazione quasi inutile, ma assolutamente divertente, quasi una presa in giro alla scena, alle fiabe, al serio mondo del metal viking/pagan. Un EP fatto per fare casino, forse per ridere, con una marcata dose di autoironia. Musicalmente vale poco, nulla, ma l’idea è genialmente esilarante!
(Luca Zakk) Voto: s.v.