(Avantgarde Music) Impattante il debutto della one man band austriaca Vástígr, grazie alla sempre intelligente ed attenta Avantgarde Music. Natura, cosmo, terra, spazio, vita, morte: tutto racchiuso in una infinita dimensione di malinconia e desolazione, in un concentrato di cinque micidiali brani nei quali domina un black metal ricco di dettagli, di melodie, di divagazioni tecniche, tematiche ed atmosferiche irresistibili. One man band con atteggiamento costruttivo, visto che il mastermind ‘Þ’ ha voluto farsi affiancare da vari musicisti, tra questi due islandesi provenienti dai Cult Of Lilith ed un tedesco dei Morgengrau; un tal coinvolgente risultato, poi, rende compatibile la line up della registrazione per l’attività live, tanto che il progetto quasi si innalza al livello di band completa a tutti gli effetti! Una voce possente, cavernosa e marcatamente estrema che troneggia su lunghissimi brani, con percorsi imprevedibili, variabili sorprendenti, aperture tecniche e melodiche, oltre che sezioni spietatamente violente e crudeli. Stimolante l’inizio di “Til Alle Veienes Ende”… quasi epico e trionfale, per poi abbandonarsi lascivamente ad un black sferzato da divagazioni metal, sfuriate quasi symphonic, parentesi atmosferiche con gusto folk ed evoluzioni avant garde. Metal con riff ossessivi e aperture melodiche spaziali in un incalzare trionfale su ”Ouroboros”. Si nasconde del progressive metal pregiato nell’assalto di ”The Mountain Spirit”, un brano che oltre a chitarre elaborate occulta assoli di tastiera tutt’altro che scontati, il tutto in una progressione che mette in equilibrio sonorità brillanti e devastazione di matrice death e black. L’immensa qualità di registrazione emerge più chiara e palese con la furibonda ”The Burden Of Knowledge”, un brano nel quale il growl infernale si fa alternare da screams psicopatici, il tutto sempre sotto ritmi incalzanti, chitarre cristalline, pause atmosferiche teatrali, proponendo il punto di connessione geniale tra black metal e metal di matrice power e classica. La title track in conclusione evidenza questo stile eclettico, sempre sorprendente, mai ovvio, assolutamente non prevedibile… una caratteristica che avvolge l’intero lavoro in modo così convincente che pare assurdo parlare di debutto. Lo stile incatenato dentro questi tre quarti d’ora è immenso, contorto ed estremamente ben concepito. Una libertà espressiva oscura e ingegnosa che demolisce con violenza le barriere tra le miriadi di sotto generi del metal e, a volte, anche tra qualsiasi altro genere musicale!
(Luca Zakk) Voto: 9/10