(Avantgarde Music) Dall’Austria il secondo lavoro di uno dei progetti di Þ (ovvero Thomas Anzinger), un black metal molto tetro, introspettivo, molto atmosferico, ricco di deviazioni post black, senza tralasciare quel sentore tipicamente islandese, nonostante ci sia un intero continente tra l’Islanda e la patria di origine. Se il primo album, “Aura Aeternitatis” (recensione qui), offriva un ampio spettro sonoro molo ben suddiviso, con la nuova opera i cambi si fondono, emerge una più elevata capacità compositiva, un gusto negli arrangiamenti sublime, una tendenza a progressioni ed evoluzioni semplicemente eccellente. I quattro imponenti brani (il più corto dura 8 minuti, ma si arriva tranquillamente al quarto d’ora con la traccia conclusiva) offrono un ventaglio sonoro impressionante: dal groove intenso, al mid tempo epico, fino alle divagazioni post, a quelle atmosferiche, arrivando ad ambiti progressivi, sempre dentro una ricercatezza sonora impattante, coinvolgente… spesso ipnotica. Un viaggio introspettivo, profondo, spesso catartico attraverso vicende ed emozioni umane, il fallimento e la conseguente risalita, la sconfitta e il sogno della vendetta, il tutto dentro una dimensione cosmica così vasta e sconfinata che l’uomo occupa solo un misero posto futile e totalmente insignificante. Musica che scandisce il ciclo della vita, dell’esistenza, dalla nascita al potere, fino all’ipotetica la gloria… poi lentamente e inesorabilmente verso il declino, l’irreversibile fase discendente, arrivando la fine, alle ceneri, ai resti in decomposizione, a pagine di storia poi inghiottite dalle fauci del tempo le quali non desiderano altro che il totale oblio, celebrando la massima espressione di questo ‘cammino di perdizione’, di ciò che noi definiamo come esistenza, che vogliamo a tutti i costi celebrare come ‘vita’.

(Luca Zakk) Voto: 9/10