(Prophecy Productions) Pazzeschi i norvegesi Vemod. Li ho visti molte volte dal vivo, tra l’altro ben due volte in Norvegia al Beyond the Gates… ma non avevo mai visto arrivare negli ultimi anni un promo relativo a della loro nuova musica: infatti il trio di Namsos (Trøndelag) ha all’attivo un solo disco, “Venter på stormene”, uscito ben dodici anni fa! Dal vivo mi hanno sempre convinto, con la loro ipnotica oscurità, e “The Deepening” non cambia il mio parere: un album complesso, ovviamente mostruosamente oscuro, è ovviamente black metal ma assolutamente non in modo prevedibile, considerando la provenienza del gruppo. Brani come la lunga “Der guder dør” aprono fedeli ad un black più primordiale, crescendo verso il melodico e traslando poi in modo geniale verso un post-black / shoegaze, uno stile che ricorda un po’ gli Alcest… per un brano immenso corredato da un visualizer che altro non fa se non intensificare quel legame tra la musica dei Vemod e la loro terra. Anche “True North Beckons” progredisce da black rabbioso ad atmosfere eteree, mentre l’impostazione tribale dell’intermezzo “Fra drømmenes bok I” conduce alla favolosa “Inn i lysande natt”, un brano che evolve verso il rock psichedelico, confermando ancora una volta che questa band semplicemente non conosce limiti o confini artistici. In chiusura la monumentale title track, oltre sedici minuti di esperienza sonora esaltante, dove le clean vocals del mastermind e compositore Jan Even Åsli (nonché fondatore della band… quando aveva solo 12 anni!) si alternano al timbro vocale demoniaco del batterista Eskil Blix, lungo un brano ricco di sorprese, di varianti, di evoluzioni, di sentimenti tetri e atmosfere sulfuree, prima di quella celestiale sezione conclusiva della traccia, in grado di ristabilire l’ordine, la pace interiore. Black metal. Shoegaze. Darkgaze metal. Post black… infinite etichette si adattano ad un disco di questo possente livello. Ma non sono le etichette, non è il genere a definire “The Deepening”. Vedete, i paesaggi lassù nel nord sono ispirazione ed elemento integrante della musica e della profonda malinconia che emerge da questo nuovo disco. I Vemod sono riusciti a catturare quella magia selvaggia ed ancestrale, quelle ambientazioni fredde e crudeli, ma altrettanto calde e magnetiche. È quel vagabondare tra monti e boschi, tra giorni o notti senza fine, la vera essenza di “The Deepening”. “The Deepening” non è solo un disco, ma è un pellegrinare, sia fisico che spirituale, senza una meta predefinita. Godetevelo, percepitelo: buon viaggio!
(Luca Zakk) Voto: 10/10