(NoEvDia) Sulfurei. Micidiali. Annichilenti. Una devastazione che parte da dove era arrivato il lacerante “Adumbration of the Veiled Logos” (recensione qui) del 2022, arrivando ora ai confini della tolleranza verso l’essere umano il quale viene gettato nel baratro senza fondo della disperazione, diritto nelle mani dell’angelo dell’abisso, nelle grinfie di Abaddon, nella casa di Apollion. Una apocalittica narrazione all’insegna della violenza, strisciando attraverso un perverso intreccio di arroganza, di sottomissione, di cieca adorazione e irreversibile rovina. Con un titolo che è esso stesso un criptico contrasto, la band neozelandese è tornata: quaranta minuti di suoni devastanti, arricchiti da una favolosa produzione analogica e vintage, quattro imponenti brani scalfiti da dissonanze ciniche, arpeggi profondi, melodie inquietanti, tempi rallentati per assaporare la massima tortura, tempi bruscamente accelerati per descriverne l’immensa maestosità. Una liturgia deviata per scoprire le prove estreme che ci vengono sottoposte, tra il tanfo della corruzione e gli sciami di mosche voraci attratte dalla putrefazione che ci circonda, camminando nella nebbia, accecati ed ingannati verso il definitivo annientamento nelle fiamme dell’inferno.
(Luca Zakk) Voto: 9/10