(Autoproduzione) Suonare rock e in italiano in Italia credo sia una cosa molto difficile. Anzi, a mio avviso è molto più facile prendersi soddisfazioni ed “emergere” se fai metal e non se fai rock. Suonare rock in Italia significa confrontarsi con stereotipi e pretese (del mercato, delle radio e tutto l’insieme) contro le quali o metti come scudo una pelle dura oppure ti distruggono. Devi avere carattere e i Versozer0 ne dimostrano già mettendo su album, appunto “Evolver”, disponibile anche in versione gratuita (troverete le informazioni QUI http://www.versozero.it/), ben diciassette canzoni, due delle quali sono intro e outro. Tanto materiale può essere un boomerang, ritornare contro perché in fin dei conti le band emergenti che mettono molta carne a cuocere spesso diventa motivo di critica (io per primo a volte ho fatto questo). Nonostante ciò i Versozer0 non potevano esimersi di prendersi il proprio spazio perché hanno tanto da dire, da raccontare e da suonare. Da dire c’è un concetto musicale, fatto di rock spazioso, ampio, forse con tendenze vagamente progressive per come si dilatano i pezzi in melodie e strutture, semplici, ma ben fatte. Un rock che diventa un racconto e grazie al cantato in italiano che esplora percorsi, fatti, sensazioni. Che rock è quello dei Versozer0? Alternativo, sotto certi aspetti eppure nei momenti più decisi, di spessore, parlerei di un rock puro e diretto, svincolato da etichette e catalogazioni. Rock, hard rock, classic rock, tutto può servire a dare una motivazione a questo sound ben registrato, espresso con abilità e forza, ma anche con maturità. Nel marasma oceanico delle tante band che ogni giorno si propongono ai media, alle etichette ed alle agenzie, questi Versozer0 mettono in mostra maturità e abilità nei propri mezzi. L’idea dei musicisti del milanese è quella di esprimere le proprie emozioni e impressioni, vestendole di un rock che sia trasversale. Leggasi universale. “Il Silenzio Perfetto” non disdegnerebbe una partecipazione a Sanremo. Beh, magari la canzone finirebbe ultima, magari il discografico di turno toglierebbe quel bridge centrale alla Yes o Genesis, ma quel ritornello “dalla fine del mondo, non mi aspetto poi troppo, giusto un poco di pace, un lampo di luce e un silenzio perfetto” non vi sembra un buon incastro in rima e dal significato non banale? Non so voi, ma ho l’impressione che i Versozer0 offrano la propria interpretazione del rock in poco meno di un’ora di musica e con un fare ricco di spunti. Ho citato un solo brano e addirittura Sanremo, ma vi assicuro che c’è ben altro in questo “Evolver” che possa piacere sia alla massa italica (da passare alle radio o alle TV) o alle tante nicchie che dalla musica non voglio solo la solita zuppa riscaldata.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10