(MDD Records) A quattro anni da “Straight to Hell”, QUI recensito, ritornano con un album, il settimo in carriera, i baschi Vhäldemar. Come sempre energici e arrembanti, con canzoni dal passo svelto e a più riprese dalla struttura predefinita, costante. I Vhäldemar si confermano grandiosi con le loro melodie, epiche, possenti e sontuose. L’opener “Devil´s Child” ne è la prova. Si apprezza da subito anche la buona produzione che risalta suoni nitidi e squillanti. La band ha proprio lucidato la propria argenteria per esporla nella grande occasione. Quest’anno i Vhäldemar compiono venticinque anni e ancora tirano avanti con un grintoso power/heavy metal, costruito con ampie melodie e cori robusti, attraverso il buon Carlos Escudero, il vero matattore di questa nuova pubblicazione. A anche Pedro J. Monge con la sei corde si esibisce in più assoli e tutti ben piazzati. Le tastiere sono un manto leggero, ben adagiato nell’insieme e lascia il passo alla prepotente velocità dei ritmi quanto a quella dei riff saettanti. “Deathwalker” è una canzone misurata in fatto di andature e lo è anche o forse di più “Forevermore”, la quale offre un’atmosfera più calda. “Sanctuary Of Death” è un album fieramernte heavy metal e di fatto potenza, melodia e velocità sono i suoi aspetti fondamentali. Dal punto di vista vocale lo stile spazia verso il power metal quando poi entrano in gioco i cori o certi ritornelli ad anticipare le strofe. Si ribadisce che alcuni pezzi hanno troppo in comune, tuttavia già al secondo ascolto l’album fissa la sua totale identità, caratterizzata da energia e melodia in maniera equivalenti.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10