(Xtreem Music) Non avevo mai sentito parlare dei Vibrion, band molto conosciuta nel circuito estremo argentino, decisamente meno famosa altrove. Attiva sin dai primi anni ’90, la formazione sudamericana propone un death metal vecchio stampo, estremamente debitore al sound dei Morbid Angel più cervellotici (tra “Domination” e “Heretic”, per intenderci). Il tasso tecnico è molto elevato, soprattutto quello del drummer Jonas Sanders, degno emule del miglior Pete Sandoval ed autentico motore ritmico della band. Il riffing è assai variegato, passando da accelerazioni a rotta di collo, a rallentamenti improvvisi e repentini, dove chitarre pesanti e ricche di groove sono sostenute dall’incessante lavoro di doppia cassa, generando un impatto oltremodo devastante. Ottime anche le vocals, potenti ed in growling, ma perfettamente comprensibili, nonostante una pronuncia un po’ maccheronica della lingua inglese da parte del singer Luis Guardamagna. Un album fedele alla tradizione estrema floridiana di metà anni ’90, ma suonato con estrema perizia ed elevato tasso tecnico da una band che meriterebbe di essere conosciuta anche fuori dai patrii confini.
(Matteo Piotto) Voto: 7/10