(Rockshots Records) Pensavo di essermi perso per strada, visto che ricordavo un ottimo disco, “Stray Ideals” (qui), di questa band italiana… un disco uscito ormai diversi anni fa. Ma no, non mi sono perso e non mi sono nemmeno perso alcuna loro uscita, visto che questo nuovo “Circles” è il terzo album che giunge nell’etere a ben otto anni dall’uscita di “Stray Ideals”! Nei vari articoli a loro dedicati, intervista dell’epoca compresa (qui), feci sempre notare -prevedendola- una costante crescita, un progredire, una intensificazione della maturazione che con questo nuovo disco si conferma, diventa grande, ampia, travolgente. I riff pesanti sono ancor più pesanti, ma molto più ricercati; la melodia è più incisiva ma molto più tecnica, mentre le linee vocali di Igor Piattesi restano tuonanti, restano dannatamente hard, maledettamente heavy. Malinconiche ma tuonanti “Hidden” e “Suspended”, la seconda con delle ottime divagazioni di matrice thrash. Trascinante e brillante “Sneeze In A Mob”, introspettiva “10.000 Pieces”, poderosa “Cold Surface”, un brano avvincente, con un groove magnetico, un riffing incalzante e alcune teorie melodiche semplicemente geniali. Seducente e catchy “Wine Drops”, brano con una chitarra particolarmente avvolgente; c’è un’energia imponente pronta a esplodere dentro il senso misterioso di “The Gift”, mentre il tocco southern di “Gummy Bears” regala al brano quell’apertura verso un pubblico più vasto, meno legato alle sonorità pesanti, sicuramente più radiofonico. Tetra e pesantissima “Handle With S(Care)”, prima della contorta e conclusiva “The Circle”. Con una visione del mondo realistica, cosa che si riflette in testi sinceri che descrivono ciò che vedono, dai problemi sociali fino agli aneddoti più divertenti provenienti dalla vita on the road della band, “Circles” è un disco convincente, completo, intenso, ricco sia di sonorità adulte per un pubblico esigente, che di sfoghi diretti, primitivi, lontani da qualsivoglia filtro educato. Un album che muta in funzione dell’angolazione dal quale lo si osserva, quasi provocando, prendendo in giro, trascinando verso l’angolazione opposta, solo per il gusto di per rivelare un nuovo mondo sonoro tutto da scoprire.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10