(Dusktone) I Vigljos vogliono esibire con “Tome I: Apidae” la loro visione e attitudine del black metal attraverso radici medioevali, dark e dunque di taglio ancestrale. La band svizzera è totalmente calata nelle modalità del genere in stile anni ’90 con pezzi dal passo spedito, melodie grigie, tastiere che si sommano a queste chitarre tenebrose e gelide, oltre a un cantato che è di fatto un continuo urlare. I Vigljos sono dunque un raw black metal con i vari momenti dove gli svizzeri calano di passo e idealmente vicini, in qualche brandello di brani come “Sweet Stings” oppure “Swarming” ai Darkthrone dei primissimi periodi, anche se il meglio di sé i Vigljos li offrono con le fasi in up-tempo. Il trio svizzero appare feroce, convinto dei propri mezzi che vedono appunto uno strato di chitarre a tratti dai lineamenti noise e un esile ma onnipresente manto di sintetizzatori che con il basso danno profondità ai pezzi. Si distinguono “The Apiarist” e “Dance Of The Bumblebee”, composizioni influenzate da un retaggio etnico-tradizionale che poi ricordano anche Burzum. “Tome I: Apidae” ci riporta ai primordi del black metal, recuperando tutti i suoi antichi cliché e ripulendosi di ogni velleità, pomposità, manipolazione dei tempi correnti. True black metal e nient’altro!
(Alberto Vitale) Voto: 8/10