(Cult Of Parthenope) Cala sull’ascoltatore come una nefasta colata di violenza “Gore Weed Distortion”, primo album dei deather Vilemass che riescono a masticare e metabolizzare sulla distanza certi schemi cari a Cannibal Corpse, Deicide e forse anche i Morbid Angel. Mostruosi Antonio Cosmai, voce e basso, Pietro Dell’Olio, chitarre, e Leo Pizzi, ovviamente alla batteria. Tritano le note e risputano fuori riff e pattern sorvolati dal growl torvo di Cosmai. Un sound profondo, carnale quanto selvaggiamente spigliato. Siano essi riff intricati, pattern fulminati o cavalcate immensamente poderose, i tre erigono un wall of sound truce e che asfalta con spietata capacità d’esecuzione l’ascoltatore. Poco oltre trentatré minuti di durata “Gore Weed Distortion” ma il suo massacrante sound diventa un tour de force!
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10