(Napalm Records) Dopo la terra, con “Jordpuls”, l’acqua, con “Orkan”, e il fuoco, con “Naturbål”, avremmo tutti atteso la conclusione della quadrilogia che l’attivissimo Vintersorg ha dedicato agli elementi: e invece ecco il sequel del debut “Till Fjälls”, del lontano 1998. L’intenzione della band è quella, neanche troppo nascosta, di riaccaparrarsi qualche fan della prima ora perso per strada (scusate ma diffido naturalmente delle ‘parti seconde’): a conti fatti, però, questa seconda metà del progetto è molto più simile a quello che i Vintersorg propongono oggi rispetto a quanto mettevano in scena venti anni fa. E tra l’altro credo che questo fosse inevitabile… “Jökelväktaren” inizia il disco con la consueta, immediatamente individuabile miscela sonora della band: base black, superficie pagan, cantato in clean! E il fatto che questa sia ben nota ai fan non significa che non resti un unicum (o quasi) nell’attuale panorama di genere – la maestosa chiusa di questa opener di sette minuti sta lì a ricordarcelo. Più melodica “En väldig isvidds karga draekt”, mentre l’epica fluisce a fiumi in “Obygdens pionjaer”. Con “Vinterstorm” il nostro gioca con atmosfere più leggere, molto vicine a quello che continuo a ritenere il suo miglior progetto, ovvero gli Otyg; “Allt mellan Himmel och jord” contiene addirittura un break avantgarde. Il cd bonus incluso nel package è un ep che presenta quattro brani risalenti alle origini della band: all’oscura “Tillbaka till Källorna” si contrappone il folk di “Svart Maene”, con belle melodie vocali sovrapposte. Lo standard qualitativo è sempre alto, complimenti alla band svedese.
(René Urkus) Voto: 7,5/10