(Autoproduzione) Ne hanno fatta di strada i Virtual Symmetry; dopo i primi due dischi “Message From Eternity” e “Exoverse” (recensioni qui e qui) fortemente influenzati dai Dream Theater, la band italo-svizzera pubblica nel 2022 un terzo album omonimo (recensione qui), quasi a volersi smarcare dalle influenze esterne in favore di un lavoro maggiormente maturo e personale, dove partiture estremamente intricate e melodie catchy si fondono in maniera ideale. “Veils Of Illumination” è la naturale prosecuzione del precedente album, mettendo in mostra una notevole crescita sia dal punto di vista tecnico che, e soprattutto da quello prettamente compositivo, con brani maggiormente orientati alla forma canzone, pur rimanendo tecnicamente contorti. Parte di questa evoluzione è dovuta al passaggio alle tastiere di Ruben Paganelli, in passato anche sassofonista della band, musicista che con i tasti d’avorio presenta uno stile esuberante, tra Jordan Rudess e Rick Wakeman, con in più alcune sporadici ma indovinati inserti di Hammond. “Blades Of Inner Battles” è aperto da un riffing serrato ai limiti del thrash, prima di evolversi in svariati cambi di tempo e trame per nulla scontate. “The Quest Within” presenta linee vocali accattivanti, con il ritornello squisitamente anni ’80 ed avvincenti duelli tra chitarra e tastiere. “Whispers Of The Ancients” emoziona sino alla pelle d’oca, con quel pianoforte che si intreccia con il sassofono, strumento che personalmente adoro per la capacità di infondere un’innata atmosfera noir al brano. Altrettanto emozionanti sono i venti minuti trascorsi nell’ascolto della suite “Eightfold Path”, dove la band dà sfogo a tutta l’immensa classe che la caratterizza, tra virtuosismi mai fine a se stessi e linee melodiche avvincenti ed in grado di far volare il tempo. I Virtual Symmetry hanno capitalizzato alla perfezione tutte le caratteristiche peculiari del loro sound, incanalandole in queste otto gemme che costituiscono senza dubbio un capolavoro di metal progressivo.
(Matteo Piotto) Voto: 10/10