(Napalm/Audioglobe) Adesso mi si dirà che sono antipatico e pretenzioso, ma i motivi del successo dei Visions of Atlantis non li ho mai capiti. La band austriaca, alla quale la Napalm sembra tenere moltissimo (forse per ragioni ‘nazionali’: anche l’etichetta ha sede in Austria), non mi sembra meritare in particolare più dei vari After Forever, Edenbridge e compagnia female fronted: “Ethera” non è sicuramente un disco malriuscito, ma alle produzioni dei Visions continua a mancare quel ‘quid’ che distingue un album di genere da uno di successo. “The Ark” offre il consueto contrappunto fra voce maschile e femminile, con suoni decisamente leggeri (in qualche passaggio perfino elettronici) e potenzialmente da classifica; “Avatara” permette invece alla procace Maxi Nil di sfoderare qualche bel vocalizzo. “Vicious Circle” è molto gradevole quando accelera nel finale, mentre la power ballad “Cave behind the Waterfall” ha più di uno spunto ben riuscito, risultando di fatto il miglior pezzo dell’intero disco. “Burden of Divinity” è un power più classico, con belle chitarre anni ’90, mentre “Bestiality vs Integrity” (che razza di titolo!) indovina sicuramente la melodia di violino, un po’ scontata ma sicuramente gradevole. All’orizzonte non c’è altro (a parte la stranissima copertina… e vi consiglio onestamente di risparmiarvi il servizio fotografico promozionale): mi sembra un po’ poco per meritare così tanta attenzione, “Ethera” è un prodotto abbastanza standardizzato.
(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10