(Dusktone) È stato pubblicato in settembre “Non Auro Sed Ferro”, il debut album degli Vltor che presenta musica che assorbe la tradizione culturale mediterranea e il paganesimo dell’antica Roma. In sostanza gli Vltor sono intenti a usare il passato della nostra area geografica come protagonista del senso di ciò che suonano. Nel debut album la band aggiunge dunque al proprio black metal la componente folk e pagana, creando una dimensione che vive dell’ancestrale gloria dei tempi antichi. Le canzoni degli Vltor prevedono un parco chitarre variegato, tallonate da un basso che riempie questo mondo sospeso tra trame antiche e popolari, ottimamente sorrette da pattern ritmici in evoluzione. Gli scorci folk emergono di continuo dalle trame black metal e offrono la giusta misura arcaica e antichità al tutto. Proprio su questo aspetto si ha l’intenzione di fare un piccolo appunto: la permanenza nei pezzi dei fiati è praticamente onnipresente e alla lunga è stancante. Quel piffero si sente sempre e ovunque! I blast beat sono anche alternati da mid-tempo. La voce è uno scream e non solo, con repentini cambi di registro. Ricordano i Darkestrah i nostri Vltor, però le melodie dei romani sono diverse e semmai è il concetto del radicarsi profondamente a uno stato culturale e ancestrale che caratterizza in maniera forte e unica la propria musica, ad avvicinare in definitiva le due suddette band. Tutto notevole in “Non Auro Sed Ferro” e anche grazie a una produzione graffiante ma nitida.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10