(Avantgarde Music) Sconsciuti ed un po’ anonimi, anche se apparentemente composti da membri in forza nei Moonlight Sorcery e negli Ondfødt: quindi sicuramente al debutto ma non certo debuttanti nel senso assoluto. Tre musicisti che si sono incontrati per dare vita ad una session di cinque giorni, in qualche studio disperso nella loro Finlandia, in pieno inverno, con temperature siderali all’esterno e una quasi totale auto imposta assenza di luce all’interno; questa è la genesi dei Void of Hope, così sono nati questi sei brani, ai quali sono state successivamente aggiunte le voci, in due ulteriori giorni, contando una totalità di soli sette giorni dal primo incontro al completamento del disco, passando per la fondazione ufficiale della band con tanto di ‘battesimo’ e moniker. Apre con delicatezza “Gift of Life”, prima di lasciarsi andare ad un mid tempo esaltante, con una linea di basso calda ed una progressione di accordi delicatamente supportata da keys remote e voluttuose, mentre le linee vocali spaziano dal growl allo scream, fino a livelli isterici che ricordano -con immenso piacere- i mitici Silencer. La title track è pulsante, quasi rinnega la decadenza del brano precedente a favore di qualcosa di più impetuoso, trionfale, guerrafondaio, maledettamente irresistibile, prima di lasciare spazio alla monumentale “The Hollow Hymn” (oltre undici minuti), un brano malinconico, ricco di arpeggi, dominato da un’accoppiata mid tempo/tremolo sublime, un pezzo capace di diventare tanto violento quanto favolosamente introspettivo. L’intermezzo recitato per pianoforte “Inner Peace” è straziante, genera un’ansia ed una furia perfettamente espresse dalla successiva ”T.E.T.L.”, brano contorto, tecnico, ricco di melodia ma anche di un’aura impenetrabile, perfetta prima dell’epilogo rappresentato da una sognante e ricca di mestizia “Decaying Years”. Un album avvolgente, intenso, spesso provocante. Sentimenti decadenti espressi con una poesia musicale coinvolgente, trasmissiva, magnetica, fragorosamente impattante. Ma le premesse per una simile resa teatrale c’erano sono tutte, considerando che il messaggio della band è stato chiaro fin dall’inizio: l’orrore della realtà che ci circonda, è la prova della nostra decadente esistenza!

(Luca Zakk) Voto: 9/10