(Avantgarde Music) Portoghesi, al debutto se non consideriamo un EP uscito tre anni fa, un quintetto dedito a un black metal pregno di ambientazioni tetre, lugubri, quasi rituali, come evidenziato dai tre brani atmosferici che scandiscono l’opera, l’intro “Exordium”, l’interludio “Interludium” e l’outro “Epilogus”, oltre che da molte parentesi degli altri sei potenti brani. “Metempsychosis” e “Black Putrescence” mettono subito in mostra un sound oscuro, linee vocali profonde e pregne di malignità; i riff sono sia violenti che atmosferici, ricchi di dettagli, di arrangiamenti tutt’altro che banali. Marziale e diabolica “Liberation”, monumentale “Vesselvoid”, con quei cori ecclesiastici in apertura e quell’incedere tenebroso, pesante, ma anche incalzante e travolgente, sempre dipinto a un tremolo avvincente. La breve e furibonda “Azoth” è quasi uno sfogo stilistico scatenato prima delle ricercatezze di “Coagulation”, un brano teatrale, ipnotico, vagamente progressivo ed imprevedibile. “Epilogus”, infine, oltre alla componente ambient, ingloba con poderosa energia un’evoluzione in chiave black della melodia di base, una parentesi strumentale di altissimo livello espressivo. Black metal tanto viscerale quanto cinicamente ricercato: la sua tecnica e la ricerca di accostamenti sonori, non intaccano minimamente la sua sincerità, la sua purezza di genere e la sua immediata efficacia. Un accattivante viaggio dentro le tenebre, verso un’irraggiungibile luce, verso una inesistente salvezza dell’anima, dell’umanità tutta.
(Luca Zakk) Voto: 8/10