(The Sign Records) Innovazione? Zero. Spunti di evoluzione? Nessuno. Eppure questo stoner pesta duro, travolge, massacra con quelle linee di basso penetranti… praticamente come se i Kyuss fossero saltati fuori da quelle le lande desolate e vulcaniche tipiche dell’Islanda invece che dal sole caldo della lussuriosa California. Un sound che scioglie il ghiaccio dell’isola nordica, alimentando lo zolfo dei vulcani, intensificando le vibrazioni telluriche. Un groove che è un viaggio intergalattico, quella costante sensazione che lo studio non è mai esistito e che tutto quello che ci avvolge è puro e favoloso jam. Bastano pezzi come “End Of Time” per gasarsi, per chiedersi come questi tre tizi (due dei quali militanti anche con bands quali Show Me Wolves e Oni) provenienti dalla terra dei ghiacci possano suonare così ‘desert’, così aridi, così assetati, così bollenti. E non è solo terra arida, sono anche pietre che volano con la radice punky/stoner di “No Wheels”… mentre la desolazione e la devastazione dilagano sulle divagazioni spaziali di “Lost Spot”. Roba da ascoltare con consistenti scorte di alcol, di tabacco, possibilmente di droghe rilassanti (don’t try this at home???), seduti nel portico, guardando verso ovest, verso il rosso tramonto. E… ovviamente, il tutto a volumi indecenti, proibitivi, assolutamente illegali!
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10