(Sun & Moon Records) L’arcano si manifesta nelle sonorità dei Voluptas, attraverso la coesione di elementi diversi tra loro e uniti per restituire un messaggio unico. Si crea un’alchimia che fa onore a questi figli di una città che di alchimisti e non solo ne ha conosciuti: i Voluptas sono infatti di Praga. Abili sperimentatori, osano a inserire nel loro black metal elementi disparati, come i fiati, chitarra acustica, scorci doom metal, bizzarrie sonore e melodiche, astrazioni ritmiche. Si specchiano in suoni ruvidi ma travolgenti. L’intensità delle registrazioni è palese, la band incalza l’ascoltatore con le sue evoluzioni che finiscono per contorcersi in un puro black metal o in una proposta che offre la propria attenzione a modelli tra psichedelia, misticismo, avantgarde. I Voluptas quando suonano si comportano come se snaturassero a d’improvviso il senso stesso del black metal. “Moon Obscured” per esempio è un manifesto di questo andare verso territori estremi ma al contempo mitigarli con influenze che black metal non lo sono affatto. Figli dunque di una città che ha masticato magia, alchimia, leggende e miti, non da meno ha subito contaminazioni culturali, architettoniche, sociali e via dicendo. Questi musicisti con “Where Celestial Bodies Guide Not” sembrano rievocare una ricerca verso una pietra filosofale del suono, portato spesso al suo estremo oppure serpeggiando verso scorci che lo mitighino.

(Alberto Vitae) Voto: 8/10