(Crazysane Records) Popolano l’underground musicale berlinese da dieci anni i Voodoo Beach, attingendo dalla scena noise e alternative rock degli anni ’90. Nel loro sound si riscontrano anche derivazioni dark, post punk e comunque sono la visione generale e ampia delle vie di fuga del rock in generale. Adorabili gli scenari sonori che si aprono nei pezzi per via di una specie di reverbero che amplia queste sonorità costruite con chitarra, basso e batteria. Josephine Oleak è alla batteria e con John-H. Karsten forma questa base ritmica solida e libera di arrampicarsi un po’ dove vuole, mentre voce e chitarra sono Heike Marie Rädeker. “Meine Freunde” rievoca lo spettro dei Velvet Underground, rintracciabili anche altrove, come in “Fremde Fenster”. Al netto delle derivazioni, i tre sembrano approcciarsi attraverso forme libere del proprio rock e allo stesso tempo con quel tocco quasi cantautoriale non lontano da momenti in cui ricerca e appunto libertà sfumano tra loro. La voce della Rädeker può essere docile oppure una perenne declamazione con quel suo cantare in tedesco che sembra imporsi su queste maglie che viaggiano libere. La chitarra spesso tende ad arpeggiare, cantilenare con una sua grazia personale indomita. Il ritmare del basso può essere l’ossatura del tutto, con la chitarra che in certi momenti parte leggera per poi andare su accordi distorti e fragorosi o indietreggiare su cantilene, arpeggi, refrain. Come in “Immer Noch”, in cui la batteria passa da saltelli ritmici di puro accompagnamento a una fase ruvida, marcata e imponente. I loro pezzi sono un crescendo, un ridursi, un andare avanti e uno sviare su momenti dove melodia, introspezione, dolcezza e malinconia si alternano con pacata continuità.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10