(Purity Through Fire) Nessuna delicatezza, nessuna ricerca stilistica pensata per attirare un pubblico più ampio. Solo black metal, quello efferato, quello diretto, a tratti arricchito di ipotesi melodiche concepite solo per rendere più lugubre la cavalcata disperata verso gli inferi, con tutta quella forza dannata che ha scatenato le vicende più nefaste della storia del black metal della loro nazione, la Norvegia. Vorgfang e Unholy Craft sono qui complici per otto brani, quattro a testa, i quali vanno a comporre uno split imperdibile per chiunque ami il black metal più ortodosso e meritevole dell’Inner Circle. Il Lato A è dei Vorgfang, incalzante, con certe melodie che innalzano ad un livello spirituale nefasto, mentre il tremolo -immancabile- con quelle le vocals rabbiose genera un sound che trasuda una crudele e brutale malvagità. Dall’altra parte Unholy Craft, con brani più lo-fi, più disperati, molto meno curati e decisamente più violenti, assetati di sangue, devoti alla morte violenta, cosa tra l’altro esaltata dalle vocals pregne di schizofrenia omicida, vocals estreme che non mollano la presa nemmeno nei rarefatti momenti durante i quali emerge dell’ottimo e pulsante mid tempo. Due one man band. Black allo stato puro. Puro selvaggio, fottuto e misantropo black metal nordico. Nessuna raffinatezza, tanta rabbia, tematiche poco consone a credenti, benpensanti, persone lontane dal piacere degli inferi, minori, preti, suore, religiosi in genere e vergini varie. Dopo tutto, una release simile poteva uscire solo con una label come questa, la quale fin dal nome garantisce la definitiva purezza attraverso il rituale del fuoco dell’inferno!
(Luca Zakk) Voto: 8/10