(Nordvis Produktion) Con una line-up confermata rispetto ai precedenti due lavori, in particolare il favoloso “Ruinen” del 2016 (recensione qui), tornano con un nuovo maturo ed intenso disco i bavaresi Waldgeflüster! Con una musica sempre introspettiva, malinconica e profondamente legata al territorio di origine, in particolarmente i boschi della Baviera, il nuovo album dichiara i suoi intenti fin dal titolo, il quale è traducibile come “Serenata al chiaro di luna”; ma la serenata è un’emozione malinconica e suggestiva che sorge da una profonda osservazione della natura nella sua essenza, nella sua purezza, nella sua crudeltà, nel suo contesto magico, quella magia percepibile in una notte di autunno camminando in solitudine tra i rumori e i profumi di quei boschi umidi, sotto un cielo stellato illuminato dal bagliore di una luna egoista, una luna che diffonde con parsimonia quel suo pallido bagliore, osservando, osservandoci, ponderando il valore della vita sul pianeta della quale è satellite, prima di andarsene, scomparendo all’orizzonte, talvolta facendo capolino sul cielo già blu ed invaso dal sole, quasi per beffa, quasi per dispetto, quasi per ricordare a tutti noi quaggiù che, dopotutto, il giorno è solo un’illusione e che la vera eternità appartiene alla notte. Brani come “Der Steppenwolf” trasportano lontano e quel ‘lupo della steppa’ diventa una figura mistica, solitaria e misteriosa, un essere che domina la foresta, che vive in simbiosi con le tenebre, mentre i suoi occhi fieri brillano sotto quel chiarore di luna intriso di spiritualità. “Gipfelstürme” è ricca di dissonanze, di energia, di furia ancestrale esaltata da quei cori clean sepolti da fitte trame di tremolo. Intimità e visione privilegiata verso la propria riflessiva coscienza con l’intensa “Rotgoldene Novemberwälder” e le sue foreste di novembre. Il vento di “Und der Wind” è una tempesta impetuosa che piega gli alberi accompagnando le foreste verso la loro incantevole morte invernale di “Von Winterwäldern und Mondscheinsonaten”. Alla fine rimane la nostalgia, la malinconia, quella lacrima che solca il viso mentre il respiro diventa faticoso, arido a causa della polvere nei polmoni suggerita dalla profondità emotiva di “Staub in der Lunge”. Tecnicamente impeccabili, con una composizione fantasiosa, degli arrangiamenti contorti, i Waldgeflüster forgiano una lega di materia primordiale la quale contiene un black metal feroce e pensieroso misto ad un legame religioso e sciamanico con la terra, con la natura e con quella definizione di vita molto lontana dalla fugace dimensione umana. Dopo tutto, a quelle foreste non interessa nulla delle nostre vite frenetiche, dei nostri progressi, delle nostre conquiste: loro, con pazienza eterna, continueranno a rinascere a primavera, tingersi di rosso in autunno per poi morire sotto il manto bianco dell’inverno; continueranno a farlo negli anni, nei secoli, nei futuri millenni, sempre scanditi dai giorni e da quelle notti fredde baciate dal pallore lunare.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10