(Van Records) I doomsters Wardenclyffe prendono il nome dalla celebre torre per le telecomunicazioni costruita da Nikola Tesla; la loro biografia è piena di particolari interessanti – ad esempio il leader Jacob Nordangard ha allegato un demo della band alla propria tesi di dottorato sui carburanti biologici! “Control all delete” si fa godere anche nella sua brevità, inusuale per un disco doom (ma questo dimostra chiaramente ciò che penso da anni, cioè che non serve arrivare a 79 minuti per far vedere che sei bravo ad andare lento!). “Orcadian Dream” rimanda certamente alle origini del genere (io ho pensato ai Trouble, ma sono fra le mie band preferite quindi potrei essere condizionato): forse la linea vocale non è particolarmente incisiva ma il guitar working funziona. Molto più pesante “Everlearning – Neverknowing”, mentre “Macroshift” spinge ancora oltre, verso il blackened doom, rallentando ulteriormente i temi e incupendo l’atmosfera. Stentorea, quasi marziale (soprattutto nel finale) “A Journey through the major Arcana”; “Merchants of Doom” ha forse il riff più incisivo, morbido e allo stesso tempo malato, come certe cose dei Saint Vitus. Una proposta interessante proprio nella sua canonicità.
(René Urkus) Voto: 7/10