(Sony/Columbia/By Norse) “Birna”, l’orsa. È il sesto album dei Warduna, sempre alla ricerca di un viaggio dentro la simbologia tradizionale nordica. L’Orsa è la guardiana della natura e dei suoi affascinati cicli; l’Orsa è un concetto lontano, remoto, alieno alla società moderna, quasi come se riposasse in un lungo e presumibilmente eterno letargo. Il suo sonno la allontana dal suo compito: chi difende l’essenza della foresta che sta ora morendo? Chi alimenta l’energia del bosco, dell’essenza selvaggia della natura, se la sua guardiana giace inerme? Ora è la natura che grida, che prega, che pretende il ritorno della sua paladina, e i Wardruna esprimono questa richiesta d’aiuto, con respiri, sospiri, emozioni, sentimenti: Einar Selvik e Lindy-Fay Hella tornano, più profondi che mai, più sensoriali che mai, abbandonando leggermente la componente folk (tutt’altro che assente) per intensificare la dimensione ambient (che invero non è mai mancata). È immenso, irresistibile e favoloso questo dialogo incessante con la natura, trasmesso dalla musica di questo progetto norvegese: la ricerca dell’orsa di Selvik assume qui connotati artistici immensi, grandiosi, molto più espressivi rispetto alle favolose produzioni precedenti sempre poi interpretate con maestria sul palcoscenico (qui le foto live a Bergen, al Bergenhus Fortress). Intensi, drammatici, angoscianti, speranzosi, decadenti, ottimisti; la sfera sensoriale espressa e descritta da “Birna” non ha ormai più limiti, convergendo in questi nuovi dieci immensi brani, in questo nuovo viaggio spirituale, emozionale, percettivo, tanto ampio quanto intensamente introspettivo. “Birna” è il tuonante battito di un cuore selvaggio, fiero e indomabile, qui riassunto in oltre un’ora di pura, purissima, poesia.
(Luca Zakk) Voto: 9,5/10