(Iron Fist Productions) Due album in carriera altre pubblicazioni minori e il tutto nell’arco di tre anni per questa formazione svedese che sconquassa i timpani. Un brano manifesto per descrivere cosa sono i WarHawk è “Cut Me Loose” con quell’apertura di basso in puro stampo Motörhead con il brano che volge poi verso i Venom. Non l’unica composizione a pendere verso i Venom, nonostante proprio queste due leggendarie band britanniche sono alla radice del sound degli svedesi. Anzi per quanto siano vicino ai Motörhead, contando proprio il numero dei pezzi che li rievocano, i WarHawk con quel chiassoso, dirompente e potente rock and roll caro a Lemmy e la voce di Rob che ricorda molto quella di Cronos dei Venom, ne sono una diretta e logica conseguenza. Ogni cosa ci riporta all’hard rock/heavy metal dei primi anni ’80 e alle influenze del punk in questo “Dambuster”. Il falco in copertina con i suoi raggi che fuoriescono dagli occhi e creano l’esplosione di un edificio, quel logo così prossimo proprio alla band di Lemmy, non fanno che riportare la mente a certe sonorità, quanto poi scuoterla e abbandonarla a pezzi, dodici in tutto, che si svolgono senza freno. Se Göteborg ha generato figli illustri per il melodic death metal, la città deve avere capito che una sana, decisa ma sfrontata sincerità ed essenzialità nel suono fosse possibile e auspicabile, dopo decenni ecco i WarHawk. La band è l’essenza di un rock granitico ma a volte scanzonato, spesso sfrontato e ruvido e al contempo classico, si ascolti ad esempio la title track che con quel riff canonico quanto abusato sin dalla fine degli anni ’60 e diretta conseguenza del blues, sia una calamita per le orecchi e non da meno per il cuore di ogni appassionato. Un album che inserito nel proprio hi fi, invita canzone dopo canzone ad aumentare il volume. “Dambuster” è stato pubblicato da Cimex Records in digitale e vinile, con sole 500 copie, mentre Iron Fist Productions lo ha pubblicato in CD e cassetta.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10