(Joe Black Prod.) La melodia è alle fondamenta della musica di questo quartetto orientato all’alternative rock di matrice anni ’80-’90 e lo shoegaze. Cinque canzoni melodicamente definite, placide nelle atmosfere, leggere nei modi. Warm Sweaters For Susan sono a momenti una foto in bianco e nero, in altri a colori ma sbiaditi, un tantino datati nel ricordo. Emozioni e sentimenti passati e presenti, trovano l’intreccio nelle canzoni che risultano immediate, dove la musica trova un ritmo e un senso costruito con arrangiamenti ancora migliorabili. La coppia delle sei corde formata da Mimmo Gemmano e Luca D’Andria cuce con ordine e trova qualche brillante soluzione. In futuro qualche buon assolo in più non guasterebbe. Il duo ritmico è composto da Gianluca Maggio e Gabriele Caramagno, bassista il primo e batterista il secondo, che creano i supporti al tessuto delle chitarre e voce, al pari di una pulsazione cardiaca con le dovute altalene emozionali dettate dal momento dei pezzi. “The Quick Brown Fox Jumps Over the Lazy Dog” è il brano più rock. “Satellites” è la canzone sbarazzina e pop. “Gravity” è estremamente cupa, mentre “Teach Me to Walk” suona molto americana. L’opener “That’s the Way My Passion Stirs” è un esempio di coesione tra riffing e sezione ritmica, con progressioni strane per via delle sequenze di accordi, forse tra maggiori e minori. L’esposizione della band in meno di mezz’ora è netta, con i propri meriti e aspetti da limare. Questo è l’inizio per i Warm Sweaters For Susan, dunque sarebbe normale rivedere qualcosa in futuro. La voce non è il piatto forte, gli accordi e riff qualche volte andrebbero resi più fluidi. Ciò che resta da portare avanti, il meglio di loro stessi, è tutto lì, pronto a essere espanso.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10