(Stickman Records) Secondo album per i berlinesi Weite, entità strumentale che si colloca nel mezzo di una galassia di generi trasversali, quali il psych rock, il krautrock, lo space rock, l’ambito synth/atmosferico, senza dimenticare idee in territorio stoner. La melodia è sempre presente, sempre dominante, con progressioni quasi prog, ambientazioni remotamente rituali, chitarre brillanti, organi e vari fiati profondi ed un drumming avvincente accompagnato da linee di basso calde e voluttuose, il tutto unendo costantemente nuovo a vecchio, introspettivo a libertino e sfuggente. Sonorità intricate, spesso meditative, capaci di condurre l’ascoltatore in un viaggio musicale intenso, stimolante, sempre imprevedibile, costantemente capace di cambiare repentinamente ed evolvere verso altri inaspettati territori. Un album nel quale lasciarsi andare, facendosi cullare da brani che passano da fugaci parentesi di due minuti a suite corpose che superano ampiamente i dieci!
(Luca Zakk) Voto: 8/10