(More Hate Productions/Satanath Records) Dalla Crimea giunge questo progetto che è un chiaro omaggio, fin dalla splendida copertina, agli scrittori maledetti e ad alcuni scritti dell’horror che hanno contribuito a creare alcuni dei più famosi stereotipi e rimandi culturali a cavallo tre ottocento e novecento. Non a caso basta guardare i titoli delle canzoni per capire molto di quest’opera, un furioso agglomerato di black e musica d’atmosfera, quest’ultima comunque relegata decisamente in secondo piano. Protagonista indiscussa è la voce del cantante, a metà tra cantato e narrato, una sorta di voce fuoricampo che da verbo a storie scolpite nella mente collettiva della società. La registrazione è quella delle grandi occasioni, mai troppo precisa ne troppo pastosa, elemento che crea una sorta di aura di usura. La musica espressa così sembra amena, vetusta, concepita secoli addietro ma espressa solo oggi. Un disco che raccoglie il mio pieno consenso perché coglie con semplicità espressiva un’intera parte della narrazione mondiale di fine ottocento. Coinvolgenti.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9/10