(Negre planY / Symbol Of Domination) Effettivamente, a ben pensarci ha senso: come si può ignorare l’Odissea di Omero come possibile sfondo per un concept metal? Certo, il poema non manca di epicità, anzi: possiamo dire che incarna il senso stesso dell’epica. E che sottogenere si potrebbe scegliere, per meglio rappresentare le peripezie dei naviganti in questione? Black metal, certo, m davvero molto epico nell’inclinazione. I White Mare han pensato proprio questo, andando però ad allungare la proposta sonora fino a distenderla su una base quasi doom, in cui il cantato diventa quasi recitazione, tanto è lento e cantilenante nell’incedere. Ne nasce un affresco efficace e incredibilmente romantico e suadente, considerando il genere da cui si parte. Trame semplici ma incisive, melodiche quanto solenni, con un cantato che riprende chiaramente dalla voce dei My Dying Bride più solenni. Musica sofferta, sentita, perfetta trasposizione delle emozioni umane che i protagonisti dell’epopea hanno vissuto. Una sorpresa in termini di resa finale, specie se consideriamo che ci si basa comunque su una formula tutto sommato trita e ritrita. Ma d’altra parte, non si può non constatare che qui la cosa è sopperita da una gran dose di personalità e padronanza degli strumenti…
(Enrico MEDOACUS) Voto: 8,5/10