(Ripple Music) È un album divorante “White Witch Canyon” dell’omonima band di Oakland in California.  Lo è perché è pieno di cose e sprizza energia. Si assiste ad un misto tra le jam stile fine anni ’60, lo stoner, il doom, la psichedelia e qualcosa di Jack White, dei Monster Magnet e dei Black Sabbath. C’è tutto e niente è davvero derivativo. La forte dose di psichedelia, i suoni grossi e laminati, il senso di libertà della forma quanto anche una certa confusione dei nove pezzi. Tutto fila via con una certa dose di fascino e capacità di astrarre e compiacere quanto smarrire l’ascoltatore. Acid rock dalle traiettorie molto personali con una band che proietta tutti nel cosmo ma soprattutto nei deserti con sonorità massicce, possenti, dunque stoner-bluesy. Nel loro primo album White Witch Canyon hanno divorato gli schemi, abbandonandosi a free-form anche ruvide, selvagge. Sono stati affascinanti e alla stessa maniera imprecisi, lontani dall’essere un qualcosa di definitivo e per farlo avrebbero dovuto correggere qualcosa. Però dopo questo debut omonimo del 2008 preceduto da un EP, i White Witch Canyon non si sono più fatti vedere da anni ormai.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10