(Metal Blade Records) Quando si arriva alla fine dell’ascolto di “Hymns in Dissonance”, con la conclusiva “Nothing Is Coming for Any of Us”, si ha la sensazione che i Whitechapel si siano ben impegnati a tenere un livello alto del proprio suonare. Se “Kin”, il precedente album del 2021, era un grosso calibro, “Hymns in Dissonance” lo è forse di più perché questa volta i Whitechapel sono più estremi del previsto e forse vanno anche al di là di un conclamato deathcore. Gli standard dei cari ragazzi del Tennessee tentano di spostarsi ben più in là. Phil Bozemanal al microfono è una bestia immonda, arrivata da un portale dimensionale e segue queste vorticanti raffiche di violenza che gli altri sprigionano senza freni. Si assiste ai Whitechapel più brutali che mai e al contempo i meno diretti, cioè con meno spazio all’istinto e con la volontà, dall’inizio alla fine dell’album, di menare! Lo fanno con i riff pesanti quanto violenti e con i ritmi, perché su quel livello, l’ultimo arrivato Brandon Zackey, sulle pelli crea uno sterminio. Le melodie ridotte all’osso, sono infatti molto brevi, continuamente spazzate via da carburazioni violente e ribollenti. Probailmente in carriera gli statunitensi sono stati più ‘solari’ e modulati, ma sembra passata un’eternità con “Hymns in Dissonance”.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10