(Autoproduzione) Ascoltando questi tre pezzi non si ha l’esatta certezza su genere e direzioni che la band comasca affronti. I passaggi dal rock all’heavy sono molteplici e le stesse canzoni per come sono costruite, nonostante una serie di melodie e fraseggi vari, risultano comunque slegate. “In My Soul” ha un incipit fatto di arpeggio chitarra e voce e poi il suo naturale decorso verso un power rock-gothic metal. Un brano riuscito, che gioca con ritmi spezzati, cadenze marcate e la voce acuta di Banshee. Lei ha una bella voce, ma ancora non perfettamente in sincrono e modulata con le partiture della band, oppure è la musica a non esserlo con lei. Se “In My Soul” ha un suo aspetto costruito e ben riuscito, il meglio forse è “Hellbound”, canzone nella quale la Banshee si trova a suo agio e la stessa band la sorregge in modo adeguato e in funzione delle sue enormi capacità vocali. È un brano acustico, con percussioni e un pathos degno di una band scafata. Wicked assolutamente bravi in questa canzone. “Silent Watchers” sposta l’asse sul prog-heavy. I contrappunti vocali della Banshee alleggeriscono quel senso serioso e torvo della canzone, la quale ha di particolare i continui cambi di riff eppure la canzone sembra meno coesa come costruzione, nonostante il quantitativo di idee. L’analisi dei tre pezzi è quanto letto fino a ora, complessivamente invece il gruppo svela una discreta personalità nel creare un continuo fluire di riff, i quali con il relativo appoggio dei ritmi passano appunto da un rock energico, passando poi al gothic e via poi verso un heavy metal semi-prog. La voce della Banshee è particolare, un po’ come un usignolo e dunque in alcune parti ruvide e spinte fa più da contrasto che da perfetta simbiosi vocale con la musica. Insomma, la sua voce è perfetta per certi contesti (calmi, intimisti, lenti) dove appunto può evolversi, esprimersi e aleggiare su tutto. Un appunto che vale anche per i musicisti: con una cantante così dolce, bisognerebbe tagliarle della musica su misura e lasciarla in silenzio in momenti più heavy. L’impressione generale è che se i Wicked Asylum avessero una sapiente guida, un produttore serio e navigato, potrebbero crearsi un’identità ben definita. In mancanza di ciò occorre solo tanto lavoro e migliorarsi.
(Alberto Vitale) Voto: sv