(Belfry Records SL) Era da un po’ di tempo che non mi davo al black estremo e nichilista, e devo dire che ogni volta che mi ci accosto mi ricordo subito del perché questo sottogenere generi, dopo un po’ di ascolto, una sorta di repellenza per la musica in generale, quasi mettesse in chiaro che qualcosa di buono, al mondo, non potrà mai esserci. Ma poi mi accorgo che ci sono pure le eccezioni, come questo progetto solista fatto di musica davvero davvero estrema, che non lascia scampo alcuno all’ascoltatore, ma che da anche un briciolo di speranza verso il futuro. ‘Nero sì, ma non il colore delle tenebre’, insomma… Otto tracce molto tirate, in cui il polistrumentista sfoga tutta la sua rabbia e la sua visione annientatrice di ogni cosa, ma sempre lasciando una sorta di sottofondo melodico in ciascuna traccia. Un disco particolare, molto basato sulla contrapposizione di suoni opposti, una continua simbiosi di bene e male a formare un suono discrasico e distorto, capace di incollare l’ascoltatore allo stereo sino alla fine, nonostante si richieda praticamente di trattenere il respiro dall’inizio del disco…
(Enrico MEDOACUS) Voto: 8/10