(Soundage Productions) Pagan/folk metal (o come diavolo volete chiamarlo… io talora dico ancora ‘Battle Metal’) che arriva da Cincinnati, Ohio: i Winterhymn si cimentano con un secondo album a tratti frastornante, ma che a conti fatti raggiunge tutti i propri obiettivi. Vediamo allora la scaletta di questo fumettistico “Blood and Shadow”. “Blood of the Moon” attacca subito con un wall of sound notevole: i Winterhymn non sono aggressivi quanto i Turisas, né hanno quegli influssi black degli Eluveitie, ma costituiscono un buon equilibrio fra queste due band che si rivela, infine, più vicino al power/folk classico (soprattutto per l’uso del violino). “Dream of Might” ha qualcosa dell’epicità sofferta degli Equilibrium; dai toni folk purissimi il violino di “Legacy in Flames”. Fierissimo e profondamente celtico, direi alla Fairyland, il violino della ballad acustica “Seafarer”; un po’ di extreme metal, ma giusto un po’, fa capolino con “In Shadow we ride”, a ricomporre gli equilibri – e a spingere, magari, in direzione Primordial. Nei ritmi di “Silenced by the northern Winds” io ci sento molto dei Finntroll degli inizi; trascinante “Huntsman”, ed è una bella scossa anche la potente “Blood Burner”. Insomma, se vi muovete nell’orizzonte tracciato dalle band menzionate, dovreste dare una chance ai Winterhymn!
(René Urkus) Voto: 7,5/10