(Helter Skelter Productions / Regain Records) Sound opulento, ribollente, percorso da tempeste acide e tutto sprigionato da un pastone di doom, stoner, psichdelia. Monolotici e divoranti nel grumo di chitarre, basso e batteria, tutti strumenti gestiti da soli due elementi, gli italiani Al, chitarre e basso, e Joe, batterista. “Witchnaske” segna un debutto che rappresenta una centrifuga molto lenta di riff ossuti, possenti, contaminati da un groove di taglio acido che prevede riff imparentati con un doom lentissimo e da distorsioni stoner. Un viaggio, un vero trip questo album che ha un solo limite, ammesso che sia ascrivibile ad esserlo, cioè di reiterare con qualche giro di troppo alcuni riff. Quella sensazione di ripetizione alla lunga lascia qualche perplessità, però nel complesso non sminuisce questo cosmo intento a esplodere. I Witchsnake presentano anche parti cantate, ma si riducono a voci ibride, sintetizzate, gracchianti e scream irriverenti che restano sotto la linea dei volumi degli strumenti, eleggendo così quelle parti a delle emissioni radio disturbate e incomprensibili. Sonorità dilaganti, come onde che si propagano in maniera caotica, per un caos che rievoca gli esordi degli Electric Wizard ad esempio.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10