(Season of Mist Underground Activists) Con il quinto album gli americani Withered danno vita ad uno scenario lacerante. Black furioso, black incalzante, mid tempo micidiali, sfuriate demoniache, aperture pregne di rumori infernali…. un mix di musica estrema sublime, un mix definito dall’etichetta ‘Tortured blackened death metal’, tanto per aggiungere un nuovo sottogenere alla giungla di innumerevoli varianti di black e death che ormai infestano l’etere. Sono ormai passati cinque anni da precedente lavoro e solo due membri sono rimasti stabili (il fondatore Mike Thompson ed il batterista Beau Brandon, ormai in posizione dal 2007) e questo nuovo ‘perduto’ (o ‘mancante’, ‘che non c’è più’, dal tedesco) è un album introspettivo, in qualche modo autobiografico, un insieme di vecchie ferite che riaffiorano e urlano tutto il proprio dolore… un complesso lavoro che musicalmente si traduce in tre quarti d’ora ossessivi, malati, travolgenti, spesso annegati nel noise, violentati dall’industrial, con un incalzare devastante, tra black e grind… senza dimenticare dei mid tempo suggestivi, provocanti, decisamente micidiali. Drammatica “By Tooth In Tongue”, inquietante “The Predation”, incisiva “Dissolve”. Superlativo il mid tempo che aggredisce “Casting In Wait”, puro noise con “Passing Through…” la quale conduce nel mistero della teatrale “…The Long Hurt”. Ambient psichedelico con la title track, prima della conclusiva “From Ashen Shores”, un riassunto malato della genialità deviata di questa band. Un album destabilizzante… instabile, travolto da malattie mentali e stati di depressione pericolosamente letali. Un ascolto tanto difficile quanto magnetico. Una strada senza uscita, una discesa verso il nulla, una andata senza un ritorno. Una fine senza alcuna traccia di inizio.
(Luca Zakk) Voto: 8/10