(Pulverised Records) Il settimo sigillo dei Wommbath è la summa di questa death metal band. Le canzoni di “Beyond The Abyss” sono inquietanti, per diversi suoi risvolti melodici, al contempo potenti e fondati su ritmi coinvolgenti. I Wombbath suonano con questo timbro pieno, corposo, possente e per via di un drumming maestoso e tellurico. Antti Silventoinen alle pelli della batteria dirige con efficacia i cambi di passo, le variazioni e tutto il resto. Le chitarre dei Wombbath sono rasoiate che spaziano verso più stili. Se si avverte nell’album il tipico swedish death sound, non da meno la declinazione di certe sonorità statunitensi entrano in pieno nell’economia dei pezzi. Insomma, “Beyond The Abyss” è forse l’album meno prevedibile della band perché quelle continue e totalizzanti atmosfere malsane e malvage, quasi arrivano dai Morbid Angel di un tempo e tuttavia sono combinate con le tipiche melodie lancinanti e sinistre del death sound svedese. Gli assoli sono memorabili, spesso brevi ma lucidi, come an che i fraseggi melodici e dissonanti che si interpongono tra alcune maglie di riff, densi di mort, e desolazione. In definitiva risulta notevole l’arrangiamento globale delle chitarre pilotate da Jonny Pettersson, anche voce, Håkan Stuvemark e Thomas von Wachenfeldt. Con “Beyond The Abyss” gli svedesi danno forma al proprio death metal in una chiave contemporanea e senza spogliarlo dei suoi capisaldi e principi di stile, anzi arricchendolo. La trovata di inserire sintetizzatori e sassofono, ma non solo, per creare intermezzi nei brani stessi, oppure dei veri e propri sfondi, inseriscono un tono gotico e ancora più inquietante a certe parti melodiche.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10