(Personal Records) Americani, un trio, nel curriculum hanno un solo EP e finalmente giungono ad un debutto sulfureo, marcio, decadente, dannatamente tetro. È putrefazione quella viene diffusa dai riff lenti e profondi, dalla voce cavernosa, fino a quell’immagine tra macelleria e camera delle torture esaltata da un titolo eloquente: ‘Derisioni bovine della postura umana’ per un album che vuole avvertire una umanità ignara ed orgogliosa la quale sopravvaluta il proprio poco prioritario posto nella gerarchia cosmica. Death/doom lento, ricco di melodia, di ricercatezze, tutt’altro che scontato, tutt’altro che monotono. “Gored into Reality” apre tra il gore e il gothic, cresce di intensità, intensifica l’odore di zolfo con quelle divagazioni che sfiorano il melodath. C’è il death metal americano, ma in versione mostruosamente rallentata nella corposa “Unexpected Encounters with Nature’s Order”, un brano ricco di svolte, di sorprese, di ritmiche pesanti, di melodie sublimi, un pezzo capace di sfiorare gli inferi ma anche accarezzare una dimensione cosmica surreale. C’è tanta atmosfera su “Quantumcreep”, la pesantezza del sound non si fa intimidire da un uso intelligente dell’elettronica, dando vita a una canzone particolarmente inquietante ed avvolgente. Heandbanging lento e lacerante con l’oscurità impenetrabile dell’ottima “Society Supported Psychopaths”, prima della conclusiva “This Decay of Me”, un massacrante inno alla sofferenza, alla fine, alla morte, alla decomposizione e all’oblio. Con questo ottimo lavoro i Wrektomb si affacciano sulla scena con lento e marziale impeto, con canzoni raccontano storie cruente e depravate, che narrano deviazioni umane e un autolesionismo necessario per provare qualcosa di diverso dall’apatia e dal totale disprezzo. Un disco che cattura immediatamente, un disco che poi, dopo innumerevoli ascolti, mette bene in chiaro che “Bovine Mockeries of Human Posturing” è un titolo assolutamente perfetto per questa celebrazione dell’esaltazione della suprema decadenza.
(Luca Zakk) Voto: 9/10